Regionali Campania 2015: Renzi darà a De Luca il tempo di fare la giunta
Nel ginepraio di polemiche sulla legge Severino e la condizione ‘particolare’ del candidato Vincenzo De Luca, una cosa è certa a Palazzo Chigi. Se l’ex sindaco di Salerno vince le regionali di domenica prossima in Campania, avrà il tempo di formare una giunta, con assessore e vicepresidente. Non scatterà alcuna sospensione immediata per effetto della legge Severino, che impedisce a De Luca di insediarsi da governatore per via della condanna in primo grado per abuso d’ufficio. Dunque, se il Pd vincerà le elezioni, governerà la Campania, magari con un vicepresidente facente le funzioni De Luca che comunque resterà sospeso dalla carica fino alla pronuncia del giudice ordinario che esaminerà il suo ricorso, anche questo naturalmente è certo.
La materia è complicata. Tecnica e tutta da studiare, visto che il caso De Luca è un inedito nella giurisprudenza italiana, da quando la Severino è in vigore, dal 2012, governo Monti. E i renziani non fanno mistero del fatto che la vicenda sta tenendo impegnati da un bel po’ i loro tecnici esperti in materia. Come orientarsi se De Luca dovesse vincere le regionali? Il provvedimento di sospensione dall’incarico deve essere deciso dal governo: dal ministro dell’Interno Angelino Alfano e il premier Matteo Renzi. Ma non sarà immediato: per intendersi, non scatterà già lunedì, all’indomani dall’elezione. E, secondo gli orientamenti valutati dallo staff di Renzi, non cambia nulla con la sentenza emessa ieri dalla Cassazione, che sottrare al Tar la competenza di giudizio sulla Severino affidandola al giudice ordinario cui ricorrerà De Luca.
“La sospensione non può scattare prima che De Luca entri in possesso delle sue funzioni”, ci dice il responsabile Giustizia del Pd David Ermini. E lo statuto della Regione Campania stabilisce che entro un massimo di 20 giorni ha luogo la prima seduta del consiglio regionale ed entro altri 10 il governatore nomina la giunta compreso un vice-presidente. Soltanto dopo interverrà la sospensione. Perché, recita l’articolo 8 della legge Severino, dopo la proclamazione degli eletti, l’autorità giudiziaria avvisa il prefetto, che a sua volta allerta il governo, il quale decide la sospensione, la comunica al prefetto che a sua volta la notifica al Consiglio regionale.
Passaggi che non sono affatto immediati, secondo i calcoli fatti nella cerchia del premier. Ed ecco perché De Luca oggi ha buon gioco a dire che “per Renzi la legge Severino è superabile”. Tanto più che la decisione presa ieri dalla Cassazione non lascia decadere tutti i ricorsi presentati in Corte Costituzionale contro la Severino. Decadono quelli presentati dai Tar, perché giudici ormai non più competenti. Ma non decade il ricorso presentato dalla Corte d’appello di Bari, che ha reintegrato in consiglio regionale in Puglia il Dem Fabiano Amati, condannato in secondo grado per tentato abuso d’ufficio, e impugnato le eccezioni di costituzionalità della Severino. Ecco: è proprio quello che nel Pd si spera decida il giudice ordinario che dovrà esaminare il caso De Luca: rimandare tutto alla Consulta, che sul pugliese Amati deciderà in autunno. Il tutto sempre che De Luca vinca le elezioni domenica.
Fonte huffingtonpost.it